Questione di stile: l’intramontabile classico dei Mods.
Gli abiti di sartoria portati sotto i parka, le feste esclusive, le Vespa superaccessoriate.
Il mito mod rivive, dalle passerelle alla musica.
Cavalcare il cambiamento, possibilmente a bordo di una Vespa: questo il credo dei Mods, giovani, eleganti, popolari, appartenenti a un fenomeno sociale che ha attraversato il globo e, a distanza di cinquant’anni, fa ancora parlare di sé.

Dalle sfilate delle collezioni uomo ai look dei gruppi musicali, lo stile mod rispolvera i pantaloni slim fit, le camicie dal colletto button-down, i cardigan di chachemire, l’allure da nouvelle vague.

Mod è un’abbreviazione di modernism, termine inizialmente coniato per definire i fan del modern jazz e poi passato a indicare un preciso stile di vita. Un movimento culturale che è stato (e continua a essere) anche una tendenza stilistica, nato intorno alla fine degli anni ’50 a Londra ed esploso nei due decenni successivi in Nord America.

I Mods amavano la musica afroamericana (lo ska, il soul, il rhythm and blues), le feste che duravano tutta la notte, la Vespa, curatissima e tirata a lucido, adornata di specchietti e fanali supplementari. Capelli french-style, al lato della bocca l’immancabile Gauloises, vestivano in abito da sera, possibilmente di taglio italiano, che proteggevano durante i giri in due ruote con lunghi parka a coda di rondine adornati da spille di ogni tipo.
Le ragazze indossavano vestiti corti, minigonne, fasce per capelli, stivali, occhiali da sole, trucco elegante e curatissimo, taglio di capelli alla Twiggy.

Per la tribù mod lo stile era estensione della propria personalità, bisogno di esprimersi, ma anche spirito di squadra e determinazione, caratteristiche rappresentate dal logo in cui si indentificavano, un bersaglio stilizzato, rivisitazione del simbolo della Royal Air Force Britannica. Cambiare, evolvere era la regola e quello che era “in” un giorno poteva diventare “out” il successivo.

Quadrophenia, il film cult del 1979 che prende il titolo da un album degli Who (che sono anche i produttori della pellicola) ha reso mainstream il fenomeno mod trasportandolo oltreoceano. L’intemperanza, il desiderio di evadere dalla routine grazie alla musica, alla moda e alle anfetamine, la rabbia e la voglia di libertà trasformeranno i due protagonisti, Jimmy e Ace - interpretato da un giovane Sting - in due icone senza tempo.
The Who, Small Faces, The Jam tra i gruppi preferiti, fino ad arrivare, agli Oasis, che negli anni ‘90 renderanno omaggio ai Mod rifacendosi al beat inglese e allo stile di quegli anni.

Come sono i Mods oggi?
Casual-chic, vestono ancora il parka sopra il completo da sera, consentito solo in grigio, nero e marrone, sempre con il suo gilet, tasche quadrate e rigorosamente tre bottoni. Proibite le giacche che non abbiano tre bottoni e ai piedi le Oxford da alternare ai desert boots o a delle stringate in vernice per le occasioni più casual, magari corredate da calzini in filo di Scozia in colori d'impatto e a stampe grafiche.

Il mezzo di trasporto per eccellenza resta sempre la Vespa: modello GS d’epoca per i veri appassionati, ma anche le contemporanee Vespa Primavera e Vespa Sprint, magari guidate indossando il casco Nazioni, che fa parte di una collezione lifestyle ispirata ai Mods.
Il mitico scooter italiano, oggi come ieri, incarna ancora l’eleganza classica e al tempo stesso la spensieratezza della gioventù, mista alla voglia di autodeterminazione. Un punto di riferimento estetico e filosofico per le generazioni passate, presenti e, vogliamo scommetterci, anche quelle che verranno.